Questa è l’informazione in Italia, quella propinata da gente come Zucconi, ma fortunatamente c’è chi lavora per rendere consapevole il Popolo.
Vittorio Boschelli
Ho trovato un articolo che dimostra ancora una volta, come hanno fatto a manipolare in questi anni le menti del Popolo attraverso i mezzi d’informazione di massa, TV e Giornali e da qualche tempo anche sul web hanno sguinzagliato i loro servi di Regime.
Mi tocca fare un lavoro sporco, ma bisogna che qualche d’uno lo faccia, SMASCHERARE I MISTIFICATORI del Partito Unico Dell’EURO il PUE e in modo particolare i Piddini di Repubblica, le loro Armi Terroristiche sono sempre le stesse, Inflazione, Disoccupazione, Costo delle Materie Prime, Debito Pubblico, Svalutazione, quindi Paesi come L’Argentina e il Brasile sono il loro bersaglio preferito, perchè devono dimostrarvi che non può esistere un’altra Economia (quella Keynesiana e Nazionale), come abbiamo sempre scritto in questo Blog e come se, prima degli anni 70 siamo vissuti con questa Economia Mondialista e Neo-Liberista, roba da ridere, se la situazione non fosse così maledettamente tragica e dal finale già scritto, come i mentitori fanno finta di non sapere, ignorando la STORIA e Falsificando i Dati, prendendo per i Fondelli il Popolo, quel Popolo che grazie a gente come noi, ha iniziato a capire, non a caso resta a casa, invece di recarsi al VOTO.
Ecco L’Articolo Che ho trovato sul Fatto Quotidiano fatto dal Caro Prof. Bagnai, prezioso come al solito per smascherare i Servi Dell’Informazione come Zucconi e il Partito Unico Dell’Euro.
Quelli che ‘in Brasile l’inflazione è al 90%’
L’arma “fine di mondo” dei bislacchi Stranamore dell’informazione nostrana è sempre quella: l’inflazione! Abbiamo già commentato in questo blog un tentativo non del tutto riuscito di usarla per terrorizzare gli spettatori televisivi. Ma si sa, in televisione puoi dire quello che vuoi, il mezzo non sempre consente di tornare sulle lievi imprecisioni profferite. Nei social media, invece, le cose stanno in modo diverso, e bisogna fare un po’ più attenzione, anche se non tutti l’hanno capito. Un esempio? Gustatevi questo breve riepilogo di una conversazione su Twitter, che credo vi offrirà un sorriso: Vittorio Zucconi, direttore dell’edizione web di uno dei più autorevoli quotidiani nazionali, dimostra di non sapere cosa sia quel tasso di inflazione che però usa come spauracchio per sostenere “la causa dell’Euro”.
Il ragionamento di Zucconi sembra essere questo: “Vedete? In Brasile l’inflazione è al 90% e hanno un sacco di problemi. Ma in Brasile non hanno l’euro: ergo, l’euro non causa problemi, ergo li risolve, visto che da noi l’inflazione non è al 90%, ma ci andrebbe se uscissimo dall’euro”. Una logica non esattamente aristotelica: un po’ come dire che se Tizio ha il cancro ma non fuma, fumare non causa il cancro. Ci vuole un po’ d’indulgenza: il nostro è modenese, non stagirita. Del resto, per capire che non abbiamo a che fare con un sillogismo, ma con un delirio, ci vuol poco. Basta rilevare la pacchiana imprecisione della premessa, dove all’inflazione brasiliana si attribuisce un valore assurdo (90%). Imprecisione che evidentemente deriva da una scarsa consapevolezza di come l’inflazione venga calcolata.
Allora, dopo esserci divertiti (amaramente), facciamo un lavoro socialmente utile: informiamo l’informatore.
Le ricordo, dottor Zucconi, che l’inflazione è la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo, calcolato con cadenza mensile. Il dato “nasce” mensile e quello annuale si ricava come opportuna media. Attenzione, però. Ogni mese di dati ne vengono diffusi due: la variazione rispetto al mese precedente (inflazione “congiunturale”), e quella rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (inflazione “tendenziale”). Il tasso “congiunturale” è essenziale per guidare la politica nel breve periodo, mentre il tasso “tendenziale”, che incorpora un anno di storia (da mese a pari mese dell’anno precedente, ripeto) ci informa sulle tendenze di medio periodo. Informazioni entrambe utili ma ben diverse l’una dall’altra.
Ora che si diletta di economia, voglia guardare, per esempio la tabella seguente, estratta dall’ultimo comunicato stampa dell’Istat:
In alto troverà facilmente il dato annuale. Ad esempio, nel 2012 l’inflazione annuale in Italia è stata del 3% (ultima colonna, seconda riga): è la variazione percentuale degli indici annuali: (105.9-102.8)/102.8=0.03=3%. A loro volta, gli indici annuali sono la media degli indici mensili: ad esempio, il dato annuale 105.9 è la media dei valori assunti nei dodici mesi del 2012.
Venendo al dato mensile, nell’ottobre del 2012 l’indice mensile era pari a 106.5, invariato rispetto a settembre: in quel mese quindi l’inflazione congiunturale è stata nulla. Inflazione zero, il sogno dei banchieri centrali e dei dilettanti di economia!
E l’inflazione tendenziale? Nell’ottobre 2011 l’indice dei prezzi era stato pari a 103.8, quindi un anno dopo l’inflazione tendenziale era del 2.6%, perché (106.5-103.8)/103.8=0.026=2.6%. Un dato non lontano dal valore medio annuo del 2012 (3%), appunto perché incorpora un anno di storia (e il tasso annuo d’inflazione è appunto la media dei tassi tendenziali).
Forse ora comincia, gentile dottore (in lettere e filosofia), a intuire quale sia la lieve imprecisione da lei commessa. Semplicemente, lei ha scambiato il dato tendenziale per quello congiunturale. Certo,entrambi sono pubblicati mensilmente, quindi sono “mensili”, il che però non significa che siano entrambi “al mese”: solo il dato congiunturale (mese rispetto a mese precedente) ci informa su cosa sia successo nel mese di riferimento. Il suo errore è palese nella sua sbrigativa risposta a matteo rumi su Twitter: “Inflazione generale al 4.5%. AL MESE”.o, Zucconi, no, la prego, si tranquillizzi!
Il 4.5% del quale lei straparla non è un tasso congiunturale (mese su mese precedente), ma tendenziale. Non significa che i prezzi aumentano del 4.5% al mese (e quindi, a spanna, del 70% all’anno, che comunque non sarebbe il 90% di cui parla lei)! Significa che sono aumentati del 4.5%rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In un’economia che, le ricordo, dallo scoppio della crisi è cresciuta di 4.5 punti percentuali all’anno più della nostra (loro al 3.2%, noi al -1.3% di media). Ovviamente i tassi congiunturali (cioè quelli che descrivono effettivamente la crescita dei prezzi al mese) sono molto inferiori, sotto lo 0.5%. Voglia consultarli qui.
Be’, caro Zucconi, come dire… Se l’inflazione si calcolasse come pensa lei, l’euro non ci avrebbe veramente salvato, perché nel 2012, “ragionando” come lei, avremmo avuto più del 40% d’inflazione media annua.
Peccato che un’inflazione simile in Italia non si veda da quando lei aveva due anni!
Ora, che un dilettante di economia possa commettere una svista simile, è cosa che non deve stupire né scandalizzare. Povertà non è vergogna. Certo, ci vorrebbe un po’ di umiltà e meno strafottenza verso gli insegnanti e i loro meschini stipendi. Ma questi sono autogol dei quali sarebbe sleale approfittare. Quello che invece veramente non va è il tentativo, al quale la sua testata ci ha abituati, di fare terrorismo economico sull’inflazione.
Perché lo fate? Perché siete l’organo di riferimento del PUDE, di quel partito trasversale che ha sposato la filosofia politica paternalistica secondo la quale, siccome gli italiani non sanno governarsi da soli, devono essere governati dal manganello dello spread. Sì, insomma, la filosofia del “vincolismo”, che in Italia ha lunga tradizione (Carli, Giavazzi, Scalfari, ecc.). Ora, perché gli elettori accettino di farsi governare dai mercati finanziari anziché da organi democraticamente eletti, occorre nutrano un sacro terrore dell’inflazione, e si convincano che l’euro, se pure crea problemi, almeno li protegge da essa e dai disordini che essa porta con sé. Ma a questo, appunto, ci pensate voi.
In effetti, parlando del Brasile lei cerca appunto di suggerire un simile nesso causale (niente euro uguale inflazione uguale scontri di piazza), ma così facendo commette un falso storico che i dati facilmente smascherano.
Ecco, lo vede il grafico? (Dati tratti dal WEO di aprile, fonte che lei, come me, compulsa avidamente nei momenti di tempo libero). Negli ultimi dodici anni in Brasile si è avuta inflazione a due cifre solo nel 2003. L’inflazione annua è sui valori attuali (fra il 4% e il 6%) più o meno dal 2004, e non ricordo si sia parlato di scontri di piazza. Che cosa sta succedendo adesso? Sta succedendo che la crescita ha bruscamente rallentato, e non per un solo anno, come nel 2009, ma per due anni consecutivi (2011 e 2012). Non è l’inflazione a portare la gente per strada, ma la stagnazione o recessione prolungata, caro dottor Zucconi (e in un paese emergente una crescita sotto il 2% può tranquillamente essere assimilata a stagnazione).
La sua scelta di starsene negli Stati Uniti è saggia e del tutto condivisibile, perché vedrà, prima o poi, continuando così, col Pil italiano in caduta libera, la gente andrà in strada anche nell’Italietta protetta dall’eurone. Non escludo che quel giorno qualcuno si ricordi di chi insisteva sul fatto che, al nobile scopo di difendersi dall’inflazione, sia doveroso tagliare i salari reali. Sarebbe una reazione esecrabile, ma la Storia, quella vera, non quella raccontata da certi giornali, è purtroppo fatta di risposte simili.
Un’informazione corretta è presidio di democrazia e di pace. Un concetto non popolare in questo paese. Ma vale la pena di insistere.
(Ehi, dottor Zucconi? Sì, lei! È ancora qui? No, aspetti, si lasci dire una cosa: ho controllato la mia busta paga. Il mese scorso ho guadagnato 2582 euro (netti). E non sa a quante consulenze ho rinunciato da quando ho cominciato a far divulgazione! Ma anche con quelle non avrei raggiunto, suppongo, se non un’esigua frazione dei suoi cospicui e ben meritati emolumenti. Se lo lasci dire, però: ci son due cose che non hanno prezzo. La prima è la soddisfazione di smascherare la crassa ignoranza dei tronfi Soloni. La seconda è quella di poter lasciare ai propri figli un esempio. Cosa che, in un certo senso, ha fatto anche lei…)
(Ah, dottore, scusi, un’ultima cosa, visto che ha deciso in tarda età di cambiare mestiere: in effetti c’è stato un anno nel quale l’inflazione media annua brasiliana è stata al 90%. Il 1980. Bei tempi quelli per voi, eh!? Potevate dire la qualunque sui vostri giornali, e nessuno se ne accorgeva. Mi sa che è finita…)
Infatti i Cari Giornali Di Regime, siccome non li legge più nessuno, stampano le copie, caricano i bilici e portano i giornali al macero, per dimostrare allo STATO che hanno venduto X Copie per ottenere il finanziamento che permette a questi Mentitori di Educare le Masse attraverso la DISINFORMAZIONE e la MENZOGNA, ma io sono immune e oggi siamo in tanti per loro sfortuna, ad aver capito come combatterli ogni giorno con la loro stessa Arma, per rendere consapevole il Popolo, in modo che questi signori VADANO TUTTI AL PASCOLO se sono fortunati, se saranno sfortunati ci penserà la Storia.